Ultimo w-e di maggio. Per me l’ultimo di libertà prima di un’estate immolata al lavoro. Volevo fare qualcosa di bello, qualcosa a cui poter pensare per evadere nelle giornate afose della Versilia invasa dai turisti. Avevo qualche idea e vagliato qualche proposta, ma niente mi convinceva veramente. Poi è arrivato il suggerimento: “Potreste ritornare in Satanachia a vedere lo stato degli armi e delle corde e dare una sistematina al Campo Base..”. Sì, avrei passato l’ultimo w-e libero in Satanachia!
Marco, Giamma, Antonio D.B. ed io siamo partiti il sabato mattina alla volta di Orto di Donna. Qualche sosta per rinforzare la scorta dei viveri e per acquistare il materiale mancante e siamo arrivati su dopo mezzogiorno. Purtroppo una brutta sorpresa: enormi macchine escavatrici all’opera e camion già carichi di sassi: le cave sono state riaperte. Osservavamo impotenti i lavori e non potevamo fare a meno di indignarci per quanta montagna muore così, troppa!
Il solito rito di preparazione dei sacchi e degli attrezzi e su a piedi per l’ultimo pezzo di strada fino al nuovo rifugio Orto Di Donna Alto, poi il tratto di bosco e finalmente la bocca di Satanachia. Era la seconda volta che la vedevo! Mentre eravamo lì davanti a prepararci per entrare pensavo a cosa significa Satanachia, quante volte ne avevo sentito parlare al gruppo, all’incredibile traguardo del -1000, alla tenacia di chi l’ha realizzato, alla fatica che mi avrebbe atteso, al fatto che sarei rimasta dentro fino alla sera del giorno seguente e avrei rivisto la luce del sole il lunedì..mai fatto niente del genere io; ci pensavo ancora mentre scendevo il primo pozzo ancora illuminato dal sole.
Abbiamo iniziato la discesa alle 15:30, obiettivo Campo base! Scendevamo lentamente coi sacchi pesanti, aspettandoci (o meglio, mi aspettavano!) e controllando gli armi e le corde lasciati lì dallo scorso autunno. La lunga sequenza di pozzi, sempre più ampi è impressionante, mi risulta ancora difficile pensare a quanto vuoto c’è sottoterra! Il massimo è senza dubbio il fantastico e interminabile p100, la luce non arrivava a illuminare né le pareti né il fondo. Ho fatto fatica persino a scenderlo perché la corda era così pesante da dover essere spinta nel discensore (figuriamoci a risalire! Mi domandavo se stessi scontando qualche pena!). Mentre scendevo il p100 continuavo a guardare la sporgenza di roccia sopra di me che illuminata dal basso sembrava una enorme lingua di fuoco, incredibile come possa rimanere in bilico così..la meraviglia ripaga la fatica! Ancora altri pozzi e finalmente il meandro. Abbiamo fatto un bel po’di fatica coi sacchi, per fortuna la speleologia è un’attività di gruppo, e ce la siamo cavata col “passamano” e qualche parolaccia. Un altro piccolo meandro ma facile e bello da vedere, con l’acqua stavolta, poi altri pozzi e finalmente il Campo Base a -632m.. “Lo vedo!” Che soddisfazione per me!
Tempo di liberarci degli imbrachi e ci siamo messi subito all’opera: abbiamo aggiunto un telo di nylon ai lati per isolarlo meglio dall’umidità e dal freddo e abbiamo fatto un’indispensabile pulizia. Abbiamo acceso le carburo e l’ambiente ha iniziato a riscaldarsi. Una bella cenetta a base di minestrine e persino il dessert..proprio sicuri di essere in grotta?! Poi stanchi morti ci siamo infilati nei sacchi a pelo. Rimanevano solo il buio e il rumore dello stillicidio che pareva amplificato in quel silenzio. Bellissimo dormire al Campo Base!
Le 11:30 di domenica mattina!!..è mai possibile rimanere addormentati in grotta?! Ebbene sì! Sarà stato merito del Campo Base tanto accogliente!
Dopo aver fatto una colazione a 5 stelle all’hotel Satanachia ci siamo preparati per la risalita: ore di corde, fatica e solitudine. Mentre si risale si vede la grotta scorrere più lentamente e si ha l’opportunità di osservarla meglio. Notavo le strane forme della roccia, i colori cambiare, i pozzi visti dal basso diventare ancora più grandi. Si sta a lungo soli con la grotta e si sentono il vuoto e il buio intorno, una strana sensazione ma è qualcosa di molto emozionante.
La risalita è stata lunga, sembrava che la grotta si allungasse. Tante ore senza toccare (o quasi) i piedi a terra, per me una bella prova di resistenza. Siamo usciti in tarda serata, alla spicciolata ed esausti. Di nuovo fuori…
Abbiamo percorso il sentiero del ritorno sotto un cielo stellato che lasciava senza fiato, troppo bello per non fermarsi nemmeno un momento ad ammirarlo, e io ripensavo alle ultime 30 ore: la fatica, il freddo, aver dormito al Campo Base, lo stillicidio, la profondità, il vuoto, le corde, il p100, il meandro, l’acqua, le emozioni, il fascino di Satanachia..ne è valsa la pena!
Adesso può iniziare l’estate!