Giu 212012
 

Antro del Corchia – Abisso Farolfi – 13 maggio 2012

Nemmeno la seconda grotta scorderò mai!

Solito appuntamento: ore 8.00 alla sede di speleo. Io e Chiara arriviamo in orario sul piazzale, si chiacchera, si decide quali macchine prendere e con estrema calma e rilassatezza, tipiche del gsl, partiamo.

Tinè, la Effy e socie

Tinè, la Effy e socie

Questa volta decido di andare su con la  mia macchina, la Effy. La formazione è così composta: me medesima, Chiara, Marta e Giacomo. Ovviamente la prima tappa degli speleologi è dedicata alla seconda cosa più importante della giornata: la colazione; la prima è la cena a base di tordelli lucchesi all’uscita dalla grotta!Ripartiamo, la destinazione sembra non arrivare mai, ci distraiamo con fitte argomentazioni intellettuali da far invidia alle peggiori comari di paese.Dopo un po’ di chilometri, mi pento amaramente di aver usato la Effy, perchè la strada nel pezzo finale è abbastanza ardua, vi basti pensare che appena arrivati, sono scesa e, sfoderando uno sbattimento di ciglia degno di un cerbiatto in amore, muovo a compassione il mitico Tori affinché la parcheggi.

Il Direttore "briffa" gli istruttori

Il Direttore "briffa" gli istruttori

Gli istruttori ci comunicano chi saranno i nostri personali istruttori: ebbene si…. mi è toccato il colonnello Silvio! La prima immagine che mi è passata per la testa? Silvio che con il suo fare da gazzella corre tra strapiombi e strettoie, si arrampica dappertutto con una facilità disarmante ed io… con il mio fare da balena spiaggiata che lo rincorro per tutta la grotta. Ero già stanca! Fine del film. Si parte!

Le tute colorano il Corchia

Le tute colorano il Corchia

L’ingresso è agile come sempre… un buco dove si passa a malapena.

L’abisso Farolfi sembra un percorso di guerra, abbiamo strisciato, saltato, arrampicato per tutto il tempo,  l’imbraco quasi non lo abbiamo usato, se non per fare un traverso armato appositamente per evitare un pozzo.

Poco dopo l’entrata si presenta subito il temibile cobra, una strettoia con la S maiuscola, nella quale bisogna passare con il caschetto rivolto verso il proprio istruttore che cerca di simulare una faccia sorridente e rassicurante per toglierti dalla testa l’idea che rimarrai incastrato fra quelle rocce e in quella posizione per tutta la vita. Io pensavo di averla passata agilmente, nonostante la preoccupazione iniziale per i miei chili di troppo, ma il colonnello più tardi mi svelò il segreto…. Sornione come pochi, sembra che abbia agevolato il mio passaggio nel cobra prendendomi letteralmente per il lato B e spingendomi in alto. Giuro che io non mi sono accorta di niente tale era la tensione! E tutt’oggi…. racconta questo aneddoto con tale fierezza che ho paura sarà ricordato per molto tempo.Ovviamente Silvio si è dovuto scontrare con le mie paure. Arrampicare in opposizione tra due pareti restando in aria soltanto grazie alla  pressione della mia schiena e delle mie gambe sulla roccia? Scalare  rocce lisce? Saltare da una roccia all’altra con agilità??? Ma siamo matti???

Il temibile "Cobra"

Il temibile "Cobra"

Non nascondo che alcuni passaggi mi sono stati fatti fare almeno due o tre volte affinché mi passasse la paura ed acquistassi sicurezza. Il colonnello mi voleva determinata e sicura nei movimenti che compivo! “Devi saperti muovere in grotta!” mi ripeteva. Per fortuna subito dietro di noi c’era Elisa, che stava seguendo Valerio un altro corsista. Elisa, la mia consolatrice!

Silvio è bravissimo non mi fraintendete, con me ci vogliono le maniere forti, altrimenti non avrei imparato un bel nulla, lui mi ha reso molto più indipendente e sicura facendomi usare la testa ed insegnandomi come muovermi in questo ambiente meravigliosamente ostile.

Ma girarmi e vedere il faccino di Elisa sorridente e comprensivo mi rincuorava!

E, in fondo...

E, in fondo...

Durante il ritorno arriviamo ad un’altra strettoia, non stretta come il cobra, ma aveva una particolarità… il buio sottostante. Silvio ha braccia e  gambe lunghe e muscolose, trova qualsiasi appiglio, ma vorrei ricordare che io sono una tappetta e non arrivo così bene a tutti gli appigli e gli appoggi possibili. Panico. Non trovavo appoggi, solo le mie manine erano ancorate e la stanchezza si faceva sentire. “Non ce la faccio! E’ proprio fuori natura, impossibile!”. Elisa mossa a compassione ad un metro da me, mi “presta” un ginocchio come appoggio ed andiamo avanti. Cavolo un po’ mi dovevo lamentare, mica poteva andare tutto liscio!

Tinè mostra le ferite

Tinè mostra le ferite

Il colonnello mi comunica che il “pezzo brutto” è passato… sospiro di sollievo… peccato che c’erano ancora circa due ore di arrampicata libera per uscire dalla grotta.

Mi ricordo soltanto che la stanchezza mi faceva imprecare a fronte di pareti di roccia ancora da superare e tutto questo strideva constantemente con il linguaggio ricercato e pomposo di Valerio. Deve essere stato un bello spettacolo per Silvio ed Elisa.

Sul finale del percorso ero molto più grintosa e decisa nei vari passaggi, addirittura il colonnello si è espresso dicendo “ho creato un mostro!” . Ed il colonnello è difficile che si esprima positivamente.

Ed ecco come va a finire...

Ed ecco come va a finire...

Devo essere sincera, l’abisso Farolfi non me lo sono goduto troppo a livello paesaggistico, ero troppo impegnata con le mie paure. Ci dovrò tornare! All’uscita della grotta ci aspettava un vento polare, ci rintaniamo in macchina aspettando gli ultimi corsisti e sognando la cena dalla Piera.

Del viaggio di ritorno cosa dire…. io Chiara e Marta abbiamo sfoderato le nostre poderose ugole e le povere orecchie di un Giacomo disperato, sono state martoriate a suon di…. “Il cobra non è un serpente…..”. Volevamo onorare alla nostra prima strettoia, il mio lato B che c’era passato e soprattutto… DOVEVO TROVARE UN METODO PER NON ADDORMENTARMI!!!!!

[suffusion-the-author]

[suffusion-the-author display='description']

  4 Responses to “Diario di un’improbabile speleo – Terza Puntata”

  1. Ho letto veramente con piacere il tuo racconto. Le emozioni dei corsisti sono la cosa più bella da sentire per noi “veterani”. Sappi che le tue emozioni sono solo all’inizio e, come già hai intuito, più avanti andrai con l’esperienza e maggiormente riuscirai a godere delle meraviglie del sottosuolo.
    Ciao!

  2. Finalmente ho trovato anche io il tempo di leggerlo!
    Di nuovo i miei sinceri complimenti per il bel racconto… e per la costanza!!! Fortuna che ci sei te!!!
    Comunque devo dire che le dinamiche Tinè-Silvio hanno sicuramente allietato le tante ore passate in grotta quel giorno… 😀

  3. Grande Tiné!
    Ti potremmo utilizzare come cantastorie!!!

  4. Ennesimo bel racconto. Grazie Francesca!!

 Leave a Reply

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>

(required)

(required)